Omaggio a Picasso
Di Jolanda Pietrobelli
Ero poco più che adolescente, all’epoca noi giovani leggevamo Baudelaire, Prévert, ci piaceva la storia dei tre fiammiferi accesi nella notte... delle nostre anime un po’ scombussolate dal 68’, <Il Libretto Rosso di Mao> era molto in voga. A me della politica mene poteva fregar di meno, certo ero una irrequieta, però l’arte mi frenava molto, mi sentivo intellettuale, provenivo dal mitico Istituto Statale d’Arte di Pisa, grazie al quale scoprii di essere un piccolo genio, almeno dall’alto del mio ego mi pensavo così. Guttuso (definito il Picasso Italiano) era molto gettonato...ma non da me che amavo <Picasso come una divinità>.
E Picasso fu la costante dei miei studi delle mie ricerche, del mio procedere nel mondo dell’arte. Iscrittami alla Scuola di Giornalismo a Urbino, esauriti gli anni di studi li conclusi con una testi su Picasso. Feci la mia gavetta presso giornali locali e sempre con la mia modestia, mi incoronai critico d’arte. Nel frattempo arrivò l’iscrizione all’albo Giornalisti e ufficialmente cominciai ad occuparmi sempre più di Picasso.
E questo evento <SIPARIO> l’ho voluto proprio per rendergli omaggio a modo mio. Ho scritto talmente tanto su di lui, ho redatto cataloghi, qualche mostra l’ho curata, un paio di pubblicazioni son venute fuori e sto curando la stesura della terza, che intitolerò: <Il mio Picasso>.
È un artista, parlo al presente anche se ha oltrepassato <quel velo>, perché la sua opera è più viva che mai, dicevo è un artista che io amo molto, questo piccolo grande uomo dagli occhi penetranti, ha cambiato il corso dell’arte, era un pittore d’istinto, di pancia. Picasso è stato il più grande pittore del XX secolo, ha saccheggiato i pittori del passato, si è appropriato della rivoluzione plastica di Paolo Uccello, facendola sua. Lui amava dire: <io non cerco, trovo>.
Immenso nelle sue creazioni, ha attraversato tutta la storia dell’arte, ha dipinto fin quando la morte, di cui lui aveva terrore, lo ha atteso alla soglia dei 92 anni.
La sua è stata una vita vissuta, movimentata, è stato odiato, amato, osannato, criticato. Ha dipinto tanto e tutto.
E’ stato e continua ad essere il più <Grande Artista del nostro tempo <un mito> un genio fantasioso, affascinante, protagonista di una vita unica: dalla giovinezza scapestrata, alla celebrità e alla ricchezza della sua maturazione.
Picasso è una leggenda.
Il Picasso autentico è descritto come un uomo dalle passioni folli, sempre pronto a reinventarsi nelle opere come nella vita. Anarchico, ribelle ateo eppur mistico, superstizioso, comunista miliardario, proprietario di residenze indescrivibili.
Nonostante il successo era incline all’invidia, era facile all’ammirazione come all’odio. Era pettegolo irascibile, dominatore e distruttore.
Un Picasso pur sempre Grande nonostante i difetti.
Io gli sono grata per le meraviglie che ha consegnato al mondo. Di seguito propongo 7 opere a cui sono molto legata:
Le Damigelle d’Avignone. Nella primavera del 1907 Picasso mostrò un enorme quadro che aveva dipinto in solitudine. L'aveva intitolato Les demoiselles d'Avignon. Il soggetto rappresentava un bordello con donne dal volto stravolto, scomposto e ridotto a maschera. Con quel quadro Picasso iniziava la grande rivoluzione del Cubismo.
Guernica . Picasso ha creato questo dipinto straordinario nel 1937 subito dopo il bombardamento della città basca di Guernica da parte dell'aviazione tedesca durante la guerra civile spagnola. È la più grande opera dedicata agli orrori della guerra. Olio su tela, alto 349,3 cm e largo 776,6 cm, lo realizzò nel suo studio, in rue des Grand-Augustins sulla Rive gauche a Parigi, impiegò circa due mesi spinto da quella forza creativa che lo ha sempre distinto, realizzò centinaia tra schizzi e bozzetti. L’opera straordinaria e vibrante, è stata esposta per molti anni al MO.MA di New York, tornò in Spagna nel 1981, al Museo Nacional Reina Sofia di Madrid. Picasso è l'artista più innovativo di ogni epoca. Indiscusso grande rappresentante dell’arte contemporanea, col cubismo ha dato un taglio alla tradizionale prospettiva rinascimentale.
Il Sogno (Le Rêve) è un dipinto a olio su tela (130×97 cm) tra i più belli, realizzato nel 1932 da Picasso. Appartenente ad una serie di dipinti prodotti tra il gennaio e il marzo del 1932 raffiguranti donne addormentate, per le quali è stata presa a modello Marie Thérèse, <Il Sogno> raffigura un soggetto femminile addormentato con le braccia piegate e la testa inclinata da un lato. Il suo volto appare contemporaneamente di profilo e frontale.Il senso di morbidezza, rievocato dalle fattezze tondeggianti della donna, è accentuato dalle linee curve della poltrona rossa sulla quale è seduta. Probabilmente ispirato alla pittura fauves di Henri Matisse il dipinto evoca, nel suo insieme, armonia e serenità. Grande Picasso!
Il Toro eseguito nel 1942 assieme alla Capra, è un’opera molto nota composta da un sellino di bicicletta e da un manubrio, il sellino la testa del toro, il manubrio le corna. Picasso racconta lo stupore provato proprio nel momento in cui la sua mente ha compiuto l’abbinamento delle parti. La metamorfosi di due oggetti, dall’iniziale valore d’uso a una riproposizione di senso acquisita con la costruzione di un’immagine nuova. Ma, al tempo stesso, Picasso ammette di non essere contrario a una seconda, non impossibile, metamorfosi. La metamorfosi provocata da un ragazzo, che vedendo la scultura e desiderando un sellino o un manubrio, finisca per smembrarla riportando i pezzi alla loro natura.
La colomba della pace. Nel gennaio 1949 il Partito comunista francese chiede a Picasso un disegno come simbolo del Movimento per la Pace. Il Maestro traccia la sagoma di una colomba, come quelle della sua infanzia a Malaga. La colomba porta nel becco un rametto verde. Nella primavera dello stesso anno la colomba di Picasso appare su tutti i muri delle città d’Europa. Come risultato, il simbolo sarà utilizzato ampiamente nella propaganda del Movimento per la Pace, anche in occasione del Consiglio mondiale della Pace (1949-1950)
La capra creata nel 1950. Questa versione si conserva al Museum of Modern Art di New-York: scultura realizzata utilizzando frammenti di scarto di alcuni artigiani ceramisti. Il corpo è costituito da un cesto di vimini, le mammelle due brocche, foglie di palma per il muso e la spina dorsale e frammenti di metallo: in seguito all'assemblaggio la scultura fu riprodotta in bronzo. Misura 117,7x143,1x71,4 cm.Questo tipo di opere corrisponde alla poetica dell'artista che pensava di potersi esprimere in scultura solo tramite l'assemblaggio di oggetti comuni.
E naturalmente chiudo con SIPARIO creato nel 1917, che vidi a Verona <illo tempore> inserito in una straordinaria mostra dedicata al Maestro che si snodava attraverso i punti focali della città. Fu una esperienza unica di straordinaria potenza. <Sipario> da cui abbiamo preso spunto per questo EVENTO è opera maestosa, destinata a fare da <ouverture> a uno degli spettacoli che cambiarono il modo di stare a teatro – quel Parade che sfruttò l’incontro di personalità irripetibili, l’impresario Djagilev, il poeta Apollinaire, lo scrittore Cocteau, il musicista Satie, il danzatore e coreografo Massine, oltre al Maestro spagnolo– è anche una prima avvisaglia del ritorno imperioso al classicismo e dell’abbandono della furia iconoclasta di matrice cubista.