Giuliano Pinella - Sipario

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Giuliano Pinella

Artisti
Lo specchio della vita

Opera: Lo specchio della vita – olio su lino -80 x 60
Pinella Giuliano
Sono nata a Catania 06/02/1954 , mi sono diplomata al Liceo Artistico della mia città e dopo essermi sposata e dopo aver avuto due figli, sentendo sempre più forte la necessità di dipingere ma, sentendomi incompleta mi sono iscritta all’Accademia BB. AA., mi sono laurea e dal’96 dipingo costantemente partecipando a mostre nazionali ed internazionali.
All’inizio della mia ricerca pittorica figurativa, sono stata attratta dall’alchimia e dalla simbologia, tale ricerca mi ha portato a una visione personale della cristianità e della spiritualità.
critica di Aldo Motta   Giornalista e scrittor
Il simbolismo, in pittura ma anche nel vasto universo dell'Arte, ha la sua ragione d'essere se ben supportata da una coerente ricostruzione del nascosto che ne qualifichi il significato e la stesura. È il riporto alle dimensioni del racconto esplicito. Nelle tele di Pinella Giuliano, espressasi in origine sotto i grovigli segnici e coloristici della tradizione informale, c'è il bisogno disperato di uscire dalla stretta di una figurazione generica, di ottimistico anche se dilacerato espressionismo in cui restano chiusi tanti artisti formatisi al tempo delle dogmatiche contrapposizioni fra realismo ed astrattismo.
Spogliatasi dalle scorie delle accese e ripetitive costruzioni astratte, acquisendo una immagine critica al limite con la tensione poetica, la Giuliano approda nella sua "ragion visionaria", in una dimensione eminentemente simbolica, del tutto atemporale, non definibile attraverso determinazioni di luogo o di situazione. È questo il segno che l'artista ha assunto superando il rischio della contraddizione e della arrogante banalità, un rischio tutto moderno, ove stagna la pacata indifferenza o acritica accettazione degli schemi fissi, narcotizzati, vacui del comportamento sociale, quotidiano. Della quotidianità, invece, la Giuliano propone la più radicale negazione immettendo stilemi e segnali di immagini enigmatiche, simboli provocatoriamente allusivi, situazioni vissute nel Koma dei sogni e frequentabili solo per virtù d'arte.
Di qui il recupero di una nuova, aperta dimensione dell'Universale, visto però attraverso la disgregante ironia del simbolo dove tutto diventa rituale collettivo che si svolge in qualche mitico angolo della nostra mente, ancora magicamente inesplorata, o in incombenti memorie di immagini ormai incredute, afferrabili appunto nella loro simbolica icasticità.
Nelle opere visionate, tali simboli si dichiarano tali senza infingimenti, e senza illusioni che non siano quelle dell'arte e dei suoi rituali. E se i richiami sono palesi alla grande, inaccessibile, mostruosa commedia umana, essi si esplicano e si estrinsecano nelle dimensioni teatrali, appunto, del rito e dell'emblema, della maschera e dell'irrealtà che non sono né figurali né astratte, ma soltanto ambigue e illusorie, così come ambiguo e illusorio non può che essere il linguaggio irretito dal fascino delle molteplici verità e delle loro infinite contraddizioni.
Pittura simbolisti, quella della Giuliano, fortunatamente non strapazzata dalla pigrizia dell'ovvietà, ma costruita e impreziosita da una elegante ed ordinata architettura, senza aggrovigli amenti per sottrarre l'immagine al peso lieve dei sogni, anche di quelli psicologici; una pittura, come detto, che riguarda una irrealtà che si struttura fortemente, che si costruisce per virtù d'arte nel mondo in cui in "reale", o ciò che così definiamo, si dissolve sotto l'urto di una fantasia plastica che nega il plasticismo fantastico del tanto mal compreso ed equivocato
Contatti
pinellagiuliano@yahoo.it
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