Dunaeva Elena
Artisti

Opera: La turbolenza e la Fenice – acrilico su faesite – 50 x 70
La pittura di Elena Dunaeva media
sapientemente, in una soluzione che riflette originalità stilistica e la
ricerca di un proprio linguaggio personale autentico, le qualità
espressioniste, poetiche e mistiche del Blaue Reiter, la significanza
emozionale del colore propria dell’Astrazione Lirica, alle conseguenze
compositive e percettive della scomposizione cubista, nelle sue declinazioni
russe del Cubismo Orfico e del Raggismo. La realtà si scinde in frammenti che
ruotano e si avvolgono lungo la superficie del dipinto, frazionando oggetti e
sfondo in un affastellamento di losanghe colorate, la cui sostanza è la luce.
Il movimento è essenziale in tutto ciò, richiamando alla memoria la
cronofotografia, come se valutassimo la compresenza simultanea di successivi
momenti nell’osservazione dell’oggetto, il nostro avvicinarci per imprimerlo
nella sensibilità, nella sensorialità e nella conoscenza. L’artista compie un
percorso di ricerca che trascorre da un realismo di stampo classico ad
un’analisi interiorizzata delle cose, in rapporto alla visione umana e alla
memoria, talvolta con divagazioni surrealiste fiabesche, di sapore
folkloristico. La gamma cromatica è calda e luminosa, acquisisce una
caratteristica visionaria, onirica: siamo trascinati in vortici e spirali che
richiamano all’inconscio, ad uno studio introspettivo che premette la
conoscenza di sé a quella del mondo, e di questo in rapporto ad essa, così come
nella visione creativa deve essere. Appare chiaro come ogni cosa sia velata
dall’imprenscindibilità della sua caducità e della sua apparenza, del suo
trascorrere dinanzi ai nostri occhi come in una pellicola che permanentemente
detta i fotogrammi della nostra vita, e insieme ad essa della storia umana.
Altro elemento portante in questa pittura, come in tutte le ricerche d’avanguardia
del secolo scorso, ma anche in maniera connaturata alla qualità stessa del
colore, è la sua analogia con la musica: ci sembra di avvertire una melodia
permanente che i contrasti simultanei suggeriscono, la quale lo sguardo legge e
l’intuizione decifra, sostanziandola dell’impalpabilità della fantasia e del
carattere sottile della sensibilità. Le cromie sono frante, si suddividono in
barbagli e sfilacciamenti, i contorni delle cose assumono una connotazione
indistinta, come nella lieve ineffabilità dei sogni.
(Critico d’Arte Maria Palladino )
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